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Archive for febbraio 2014

Luigi Romolo Carrino

Luigi Romolo Carrino

Premetto che non posso essere imparziale quando commento un libro di Luigi Romolo Carrino. Un po’ perché lo conosco da una decina d’anni, ma soprattutto perché ogni suo libro è riuscito a emozionarmi come pochi, la sua scrittura a stupirmi sempre, a ogni pagina, a ogni riga. Quindi, quella che leggerete qui sotto non sarà una critica con tutti i crismi della critica letteraria (anche perché io non sono e non voglio essere un critico), quanto piuttosto il tentativo spudorato di farvi comperare il libro di Carrino – e tutti gli altri suoi, ovvio – alla stregua di un imbonitore che gira i paesi promettendo lunga vita grazie a un miracoloso elisir.

1976. Una sera d’inverno, in un luogo imprecisato, un bambino è seduto sui gradini di casa con le mani sulle orecchie. Aspetta il ritorno della mamma, l’aspetta per dieci interminabili ore. Ma lei, la Madre, non tornerà.

 “Madre uscì di casa per comprare la cena e non tornò mai più. Aspettai una lunga notte che non mi restituì la sua figura barcollante: donna su vialetto di casa con buste di spesa appese ai polsi. Furono dieci ore di attesa, seicento minuti di oscurità che m’insegnarono il mestiere della fantasia.”

Sono quelle dieci ore il fulcro attorno al quale L.R. Carrino costruisce la trama del sua eccelsa prova d’Autore. L’ennesima. Una storia che si regge sull’abbandono e sull’assenza, sulla speranza e la frustrazione, sull’amore incondizionato di un figlio per la propria mamma, sull’odio per la Madre. E sulla follia, che fin dall’inizio compare in scena, presentata dallo stesso protagonista oramai quarantenne, lucidamente consapevole della propria pazzia e del proprio passato.

Sono un criminale, un pazzo. Ai pazzi come me è concessa una notte all’anno, e un posto all’anno per fare l’esercizio del ricordo senza le medicine che mi fanno dimenticare chi sono.”

J.L. Borges scrive: “Vedo la fine e vedo l’inizio, non ciò che sta nel mezzo. Questo mi viene rivelato a poco a poco, quando gli astri o il caso sono propizi.” Perché cito Borges? Perché è stata certamente una buona stella ha vegliare Carrino nella stesura dei suoi esercizi. Sappiamo com’è iniziata la storia: nel 1976, il 27 febbraio per la precisione. Sappiamo cosa sta succedendo ora: il 27 febbraio del 2010. Quello che è successo nel mezzo lo racconta Carrino, attraverso la voce di Giuseppe, attraverso dieci tavole di Rorschach che fanno rivivere dieci figure di Madre …

la madre parlata, la madre mangiata, la madre rotta, la madre pregata, la madre cominciata, la madre rinunciata, la madre imparata, la madre dormita, la madre secretata, la madre numerata …

La madre amata non c’è. La madre sta nel mezzo della storia e tutti sappiamo che l’odio è l’altro lato della medaglia dell’amore. Se odio o amore, dunque, non importa. Importa che Giuseppe sia costretto a disfarsi la bocca a forza di pronunciare il nome di colei che l’ha generato, per poi abbandonarlo sui gradini della loro casa. Un bambino abbandonato sul serio, o perseguitato dall’immagine e dal nome di una Madre sempre presente?

Te lo giuro, Madre, non avrei mai creduto che tu potessi lasciarmi qui vivo a convincermi, anno dopo anno, che una notte di febbraio sarebbe venuta buona a farmi guarito e avrei smesso di pronunciarti e invece, invece ho la bocca rotta dal tuo nome.

Chiamarti per trent’anni non ci tornerà insieme.

La parola, quella che significa il nome tuo, l’ho sempre detta male.

E’ questo il mio compito, Gesù Giuseppe Maria, stanotte ancora, benedire il tuo nome.”

Fine. L’imbonitore non ha altro da dire. Quello che ha detto è sufficiente a elogiare le molteplici virtù del suo elisir di lunga vita. Perché la lettura allunga la vita, allena la mente e il cuore. Ma Carrino fa molto di più. Emoziona per la sua capacità di penetrare l’animo umano, che sia quello di un bambino, di un adolescente, di un adulto, uomo o donna che sia. Stupisce per una scrittura originale, che pare l’immagine esatta dei pensieri che scorrono anarchici nella mente umana e che non possono che tanto rassomigliare ai nostri.

 http://www.gruppoperdisaeditore.it/Catalogo/Perdisa-pop/Romanzi/Esercizi-sulla-madre.aspx

 http://corpifreddi.blogspot.it/2013/01/esercizi-sulla-madre-luigi-r-carrino.html

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